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venerdì 13 maggio 2016

UNA CILIEGIA TIRA L'ALTRA

II valore alimentare d'elle ciliegie è modesto: contengono infatti dal 6 al 9 % in zuccheri, vitamine A, C, PP, sali di potassio, una forte quantità d'acqua (fino al 90%), vari acidi (malico, citrico, succinico).
Come tutte le frutta acquose a sapore acido-zuccherino, hanno proprietà diuretiche, che le rendono raccomandabili a chi soffre di acidi urici e a coloro che sono predisposti ai disturbi renali e articolari. Poiché nelle ciliegie mancano quasi del tutto i grassi e le proteine, questa frutta è indicata anche per coloro che soffrono di disturbi digestivi con intolleranza per i grassi e le proteine (es. sofferenti di disturbi epatici).
Una credenza popolare magnifica le virtù medicinali degli infusi e dei decotti preparati con i piccioli di ciliegie. Ebbene: è stato accertato che tali decotti non contengono altro che un po' di tannino. Un po' poco, per la loro fama di rinfrescanti, anti- uricemici e antiartritici...
Che le ciliegie, mangiate in quantità rilevante siano indigeste, è noto a tutti; talvolta anche se non si eccede nella quantità, possono provocare ugualmente disturbi digestivi: questo è causato dall'eccessivo contenuto in acidi organici, soprattutto quando si consuma frutta non perfettamente matura. Le ciliegie diventano perfettamente digeribili, quando sono cotte nel vino e condite con zucchero. Particolarmente adatte per la cottura sono le amarene che, preparate in questo modo, acquistano particolari pregi di sapore e di raffinatezza.
Le ciliegie non si prestano a venire essiccate, sia per il loro alto contenuto d'acqua, sia per la facilità con la quale si guastano.

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