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lunedì 30 maggio 2016

LA GIADA


Introduciamoci  nel mondo della giada, in questo mondo orientale e misterioso, nella maniera più bella e più suggestiva. E a questo scopo ci rivolgiamo a uno dei più grandi saggi dell'antichità, a Confucio, che ci dà. di essa una definizione talmente poetica e insieme acutamente simbolica.
Della giada Confucio dice: " È l'immagine della bontà, perché è soave a toccarsi; della prudenza, perché le sue vene sono fini e compatte; della giustizia, perché essa ha degli angoli, ma non ferisce ; dell'umiltà, perché percuotendola si producono dei suoni chiari, elevati, prolungati e netti; della sincerità, perché la sua chiarezza non è offuscata dai difetti né i difetti dalla chiarezza; della buona fede, perché le sue belle qualità interiori s'irradiano all'esterno; del cielo, perché la sua atmosfera rassomiglia a un arcobaleno; della terra, perché la sua essenza emana dalle montagne; della virtù, perché serve per fare le tavolette per il sacrificio solenne; della vera via, perché tutto il mondo la stima".
Le bellissime parole di Confucio sono solamente una fantasia poetica, ma servono a trattare in evidenza lo splendore e la preziosità di questa pietra che, in uso fin dai tempi, più, antichi, serve ancor oggi, per fabbricare magnifici oggetti ornamentali e soprammobili, di un gusto scelto e raffinatissimo.

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